I Dogon
I Dogon sono una popolazione africana del Mali di circa 240.000 individui, che vive nella regione della falesia di Bandiagara a sud del fiume Niger, dove è arrivata durante il XIV secolo spostandosi dalla regione Mande a sud est del Mali.
All’epoca, la regione era abitata dai Tellem, pigmei che avevano costruito i loro villaggi, ancora visibili, direttamente nella falesia e sulla cui scomparsa non si sa nulla. I Dogon hanno costruito nuovi villaggi nella piana dove praticano l’agricoltura, in particolare di miglio, caffè e tabacco e hanno una particolare abilità come fabbri e scultori.
Il villaggio è costruito in terra cruda, seguendo le forme umane: la testa è costituita dal togu-na - la casa della parola - una bassa tettoia dove l'hogon – il capo spirituale del villaggio - e gli anziani si ritrovano per discutere le questioni importanti del villaggio; il tronco e gli arti sono occupati dalle case di fango con i relativi granai dal caratteristico tetto di paglia di forma conica.
La lingua Dogon presenta caratteristiche particolari, con molte varianti e molti dialetti. Ogni membro di questa popolazione ha quattro nomi: un nome proibito e segreto, un altro che è "corrente", uno che si riferisce alla madre e uno è il nome della classe di età. Per evitare problemi con le altre parole di uso comune, questi nomi sono presi dai dialetti di altre tribù Dogon. Ogni nome ha un significato linguistico.
I Dogon hanno realizzato statue solenni raffiguranti gli antenati, talvolta rappresentate con le braccia alzate (come segno d'invocazione della pioggia). Tra le statue più caratteristiche vi sono quelle gemelle e a due teste, riferite al mito dei gemelli divini, oppure quelle raffiguranti guerrieri a cavallo o donne con un bambino al braccio. Molto diffuse e variegate sono le maschere, tra le quali spicca quella monumentale che rappresenta il serpente iminama, che raggiunge anche i dieci metri di altezza. Caratteristiche anche le "porte da granaio", arricchite da rilievi collegati alla cosmogonia.
Tradizionalmente, i Dogon praticano una religione animistica e, nonostante i contatti con l'Islam nero e con altre religioni monoteistiche, essi mantengono un legame molto forte con le loro tradizioni religiose.
La religione dei Dogon presenta un unico Dio creatore, Amma, che ha generato i suoi figli con la Terra, sua sposa: Yurugu. Il Nommo è un essere quadruplo, in quanto formato da due gemelli, ciascuno sia maschio che femmina; è il maestro della parola e la insegna ai primi otto esseri umani Dogon: i primi quattro maschi e le ultime quattro femmine, ma in possesso anche dell'anima del sesso opposto, cioè ermafroditi. Nati dalla prima coppia umana plasmata nell'argilla da Amma, genereranno ciascuno una famiglia di antenati Dogon prima di rientrare nella Terra e diventare essi stessi Nommo.
La loro antica religione animista si esprime in cerimonie e danze rituali, in cui le maschere sono l'elemento più importante. Una volta ogni sessant'anni viene celebrato il Sigui, cerimonia itinerante di villaggio in villaggio, che rappresenta la perdita dell'immortalità da parte dell'uomo, attraverso la rievocazione della morte del primo antenato Dyongu Seru, rappresentato dalla iminana una grande maschera che viene intagliata a forma di serpente ed è alta circa 10 metri. Questa straordinaria maschera viene poi conservata in una grotta segreta.
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